Qualche settimana fa su questo blog abbiamo chiesto a Valentina Escobar, coreografa e regista, di raccontarci degli aneddoti e curiosità sui retroscena e il dietro le quinte di un’opera lirica. Vista la sua disponibilità e la sua esperienza, proseguiamo questo racconto e le chiediamo in questo post di dare qualche consiglio pratico a chi vuol intraprendere il mestiere del regista, sperando che ci riveli anche un po’ di segreti sulla sua attività ed esperienza personale di regista teatrale.
Gli spettacoli di Valentina Escobar, le sue regie e le sue coreografie sono state apprezzate dal pubblico, dalla critica e dagli operatori teatrali italiani e internazionali. Tra i numerosi spettacoli per i quali ha lavorato, ricorda con particolare piacere Antonio e Cleopatra… passioni e poesie, La Dodicesima notte…amori e sogni, Le allegre comari di Windsor e Falstaff; e il suo progetto Aristofane: Le rane e il teatro, una città da salvare, prodotto dalla Nuova Accademia del Teatro Menotti – Teatro Stabile di Innovazione di Milano, dei quali ha curato regia, drammaturgia, coreografie, costumi e docenza.
Con un curriculum così non ci resta che entrare subito nel vivo della conversazione per domandarle più cose possibili sul mondo del teatro e sul percorso che bisogna fare per arrivare a lavorarci in modo professionale, anche come regista.
Che suggerimenti pratici daresti a chi sta per iniziare il lavoro di regista teatrale?
“Per fare regia non è sufficiente avere passione per il teatro, ma è fondamentale capire innanzitutto se volete trasformarlo nella vostra professione nonostante le crescenti difficoltà, se siete davvero portati per farlo, prepararsi adeguatamente cercando una scuola valida per apprendere tutte le tecniche fondamentali per fare questo mestiere.”
“Non ci si può improvvisare registi esattamente come un chirurgo non può operare un paziente senza saperlo fare e senza prima aver studiato per anni con costanza e fatica.”
“Una volta usciti dalle Accademie per entrare a far parte di un mondo così bello, ma al tempo stesso complicato e competitivo, bisogna rimboccarsi le maniche, sviluppare velocemente un proprio stile e cercare lavoro bussando a più porte possibili, ma sempre con criterio e intelligenza. Spesso bisogna fare molti sacrifici personali ed economici, non illudersi o abbattersi, non bruciarsi con scelte sbagliate o facendo regie senza prepararsi e senza un’ idea chiara e vincente, senza un progetto vero e senza prima aver acquisito le giuste competenze e poi avere il coraggio di sperimentare.”
“Fare teatro è bellissimo, ma difficilissimo e per diventare professionisti non potete essere superficiali!”
“Saper fare regia poi non significa solo avere tecnica, talento, belle idee, ma anche saperle realizzare nel modo migliore possibile, sapersi relazionare con molteplici interlocutori e convincerli.”
“In teatro si raccontano storie inventate, ma non si può mentire sulle proprie capacità: se uno è incapace lo si capisce immediatamente e ha pochissime possibilità di sopravvivere a lungo; qui i castelli di sabbia rischiano di crollare da un momento all’altro. Se non siete capaci non fatelo, potreste farvi molto male e neanche le raccomandazioni o “i santi in paradiso” vi potrebbero salvare a lungo andare, soprattutto in un momento come questo, in cui nonostante le difficoltà economiche esistono tanti bravi registi in carriera ed emergenti. Non dimenticatevi che voi fate teatro per il pubblico oltre che per voi stessi e quindi dovete sempre conquistarvi la sua fiducia, garantendo la qualità costantemente, perché l’offerta teatrale italiana e mondiale è immensa. Se invece siete davvero capaci è giusto che cerchiate anche voi di emergere.”
Le 3 caratteristiche che non devono mancare ad un bravo regista come te?
“Intanto grazie per avermi definita una brava regista: i complimenti dopo tanta fatica e lavoro fanno sempre piacere! Credo che un buon regista debba avere soprattutto professionalità, talento e qualità.”
Quali sono i tuoi strumenti del mestiere?
“Più che strumenti credo di avere delle bellissime e importanti risorse: lo studio, l’aggiornamento, l’esperienza, la passione, la conoscenza del mestiere, del linguaggio teatrale, musicale, poetico, corporeo e coreutico, l’amore per la tradizione e per l’innovazione. Ho la fortuna di avere tante idee e di saperle condividere con i miei collaboratori, interpreti e con il pubblico, la creatività, la serietà, la tenacia e la determinazione.”
“So convincere e relazionarmi molto bene con i miei interlocutori e interpreti, lavoriamo in totale armonia e con un reciproco rispetto; li ammiro, ascolto e studio sempre apprfonditamente (fisicamente, caratterialmente e dal punto di vista espressivo e delle potenzialità) per cercare di ottenere il meglio da tutti loro.”
Che ne pensi dei suggerimenti di Valentina? Secondo te quali sono le tre caratteristiche che non devono mancare ad un regista? Scrivilo nei commenti e fai girare la voce condividendo questo articolo con un semplice clic sui pulsanti social qui sotto 😉
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Tag: opera lirica, opera teatrale, regia, spettacoli teatrali Filled Under: Strumenti del mestiere Posted on: 23 June 2016