Questa settimana l’abbiamo voluta dedicare alla fase conclusiva di un interessante progetto internazionale, Playing Identities Performing Heritage, di cui WelcomeTheatre è partner, che ha unito sotto lo stesso cappello creolizzazione artistica, arti performative e teatro. La call4play, lanciata a Novembre per raccontare con lo sguardo creativo dei videomaker le identità e il patrimonio europeo attraverso le arti performative, ha selezionato le opere vincitrici che ti presentiamo in questo post.
Il progetto Playing Identities Performing Heritage, di cui vi abbiamo raccontato tutte le fasi in questo precedente articolo sulle arti performative, nasce nel 2007 grazie alla collaborazione tra laLut – Centro di Ricerca e Produzione Teatrale e l’Università di Siena, e parte dal presupposto che il teatro non sia solo il semplice luogo in cui si mettono in scena delle rappresentazioni, ma anche l’ecosistema in cui gli attori, ma anche autori e registi, devono negoziare continuamente la propria identità, attraverso l’iterazione con gli altri attori e con il proprio pubblico.
Un contest per raccontare attraverso un video mash-up il progetto Playing Identities
Il concorso “Playing Identities Mash-up Prize” ha rappresentato la fase finale di questa esperienza culturale e artistica. Un modo per allargare la partecipazione al progetto ed includere i racconti, le intuizioni e sperimentazioni di videomaker e creativi che hanno raccolto la sfida ed hanno voluto cimentarsi in quella che ci piace definire un’esperienza evoluta di teatro digitale.
I video selezionati sono stati pubblicati, come progetto speciale nella categoria opere sperimentali, su WelcomeTheatre, la piattaforma online nata per supportare la distribuzione digitale delle opere teatrali e per facilitare l’accesso al mondo del teatro.
Come ci spiegano i promotori del progetto: “Playing Identities, Performing Heritage termina con un video mash-up. E almeno per il momento, questo sembra essere l’atto finale. Volevamo estendere le azioni del progetto al panorama dei media digitali per continuare a cercare altro pubblico, ed estenderne gli effetti anche oltre la fine del processo. Per questo abbiamo invitato dei video artisti e dei social media activist a intervenire sui contenuti del progetto. Abbiamo chiesto loro di interpretare le questioni che emergevano dal Manifesto e li abbiamo spinti a scatenare una reazione creola assemblando i pezzi di video, le foto e gli altri oggetti mediali disponibili, prendendoli non solo sul nostro sito web.”
La giuria in questo caso ha aderito all’esperimento, che li ha obbligati a guardare e immaginarsi il progetto attraverso lo sguardo, il racconto e il punto di vista dei videomaker. Osservare così il lavoro svolto dalle creole performance crew riletto da un altro genere di artisti che tra l’altro non conoscevano ed avevano partecipato al progetto. Una giuria che ha dovuto quindi esprimere le sue preferenze dopo aver preso in esame sia il valore artistico dei video, sia la loro efficacia in relazione ai formati proposti dal contest.
E conclude Stefano Iacoviello, uno dei coordinatori del progetto: “Era impossibile prevedere i risultati e, sebbene avessimo deciso di aprire la competizione su tre categorie – “mediometraggi”, “corti” e “trailer” –, a parte la loro durata non avremmo potuto sapere nient’altro sui prodotti che avremmo ricevuto. Questi erano i termini del nostro esperimento finale, che induceva tutti i soggetti coinvolti in questo ultimo gioco a negoziare significati, esperienze e memorie. In questo modo abbiamo reso anche l’ultimo passo del progetto una ‘creole performance’ in tutti i sensi.”
Come abbiamo letto, le opere selezionate hanno reinterpretato ed assemblato, attraverso il mash-up, i contenuti (video, audio, foto, testi etc) prodotti durante il workshop e lo spettacolo realizzato al termine del progetto. Ma vediamo adesso più da vicino quali sono i video vincitori suddivisi per categoria.
Le 5 opere vincitrici del Mash-Up Prize
Categoria Mediometraggi
Performing Identities di Andrea Lorenzo e Giuseppe Artale
Categoria Cortometraggi
I am Ellis Bell di Jules Charlton
Playing Identities Performing Heritage di Giulia Trigili
Categoria Trailer
The World wants be to performed di Irena Kuneviciute
Playing Life di Isabella Mari
Cosa ne pensi di queste opere? Possiamo considerare anche questa una forma di Teatro Digitale? Dicci la tua nei commenti ed aiutaci a raccogliere altri feedback condividendolo sui tuoi canali social 😉
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Tag: nuovi media, performance, teatro digitale, WelcomeTheatre Filled Under: Teatro in video Posted on: 24 March 2017