Il progetto Playing Identities, nato nel lontano 2007 da un’idea di laLut – Centro di Ricerca e Produzione Teatrale, insieme all’Università di Siena, parte dal presupposto che il teatro non è solo il semplice luogo in cui si mettono in scena delle rappresentazioni, ma anche l’ecosistema in cui gli attori (e in parte anche gli autori e registi) devono negoziare continuamente la propria identità, attraverso l’iterazione con gli altri attori e con il proprio pubblico.
La scena teatrale, raccontata e vissuta da questa angolazione, può dunque diventare un ottimo strumento di indagine sulla costruzione dell’identità nella società contemporanea. Il modello più adeguato a descrivere questo scambio, cioè l’incontro, il confronto e lo scontro fra le diverse forme della cultura, che nel teatro trovano spesso un luogo di sperimentazione ed attuazione, è rappresentato dalla creolizzazione.
Come ci spiegano Stefano Jacoviello e Massimiliano Coviello, tra i fondatori del progetto Playing Identities: “Invece del multiculturalismo, che tende a neutralizzare le differenze, la creolizzazione parla di uomini in grado di creare e dissolvere confini, capaci di partire dalla diversità per inventare un linguaggio comune e gettare le basi per una società inclusiva da ‘guadagnare sul campo’.”
Le tappe significative di questo interessante progetto, che WelcomeTheatre ha deciso di sostenere ed aiutare a “distribuire” attraverso i suoi canali digitali e la sua piattaforma di teatro on-demand, hanno ottenuto il finanziamento del Programma Cultura UE 2007-2013 e sono rappresentate dalle seguenti tre fasi.
Playing Identities. Migration, Creolisation and the Commons (2009-2011)
Il progetto originario nasce con l’obiettivo di interpretare i fenomeni di migrazione come istanze della creolizzazione. L’aspetto più sperimentale e innovativo sta proprio nell’aver preso in prestito la visione poetica di creolizzazione fornita da Edouard Glissant e applicarla a determinati processi di creazione scegliendo due diversi ambiti: da un lato le Arti Performative (in particolare il teatro), con lo scopo di produrre una performance in cui artisti con differenti ambiti di provenienza e con una diversa formazione fossero “costretti” ad un confronto, ad una “salutare contaminazione”. Dall’altro le Scienze Umane e Sociali, con lo scopo di sviluppare nuovi strumenti concettuali e strutture metodologiche per l’analisi dei fenomeni di migrazione.
Questa prima fase ha consentito di ospitare nel 2011 presso il Museo Santa Maria della Scala di Siena, durante la 9° edizione del Festival di Siena Voci di Fonte, l’evento Creole Performance Cycle, una serie di azioni sceniche intitolata L’Ala, la produzione dello spettacolo teatrale Emigranti (S. Mrożek) con la regia di J. Stuhr, nel quale la Compagnia Balletto Civile fu chiamata ad incontrare gruppi di artisti in cinque città europeee (Budapest, Conques, Cluj, ŁÓDŹ e Siena) e la mostra fotografica Creolimage, a cura di Daniela Neri.
Playing Identities. Acting, The Self and Society (2011-2014)
Questa fase ha assunto la forma di un Erasmus Intensive Programme specializzato e multidisciplinare sul lavoro e sul ruolo dell’attore nella contemporanea società europea, che si è sviluppato attraverso 3 successive edizioni. Rivolta ad un gruppo di studenti di eccellenza provenienti dall’Università di Siena e dalle sette Università europee Partner, ha coinvolto docenti dalle discipline delle arti performative, delle scienze umane e sociali, e delle scienze cognitive. Gli studenti hanno quindi avuto l’occasione di commisurarsi con le molte tradizioni teatrali europee ed extraeuropee, confrontandosi direttamente sulla scena attraverso la creazione condivisa di performance.
Playing Identities, Performing Heritage. Theatre, Creolisation, Creation and the Commons (2015-2016)
L’esperienza maturata nelle prime due fasi ha portato alla definizione del progetto nella sua formulazione completa: usare il teatro come strumento per indagare la relazione fra il patrimonio culturale e le nuove identità europee. Utilizzare la scena teatrale per sperimentare la creazione dal basso di identità legate ai processi di costituzione partecipata del sapere e della memoria di una comunità culturale, fatta di oggetti tangibili e intangibili.
In questa fase Playing Identities, Performing Heritage ha chiesto a quattro gruppi di attori provenienti dalle accademie teatrali di Barcellona, Canterbury, Cluj e Vilnius di elaborare un soggetto da proporre a quattro giovani registi stranieri. Nell’estate 2015 a Siena i partecipanti si sono incontrati per due settimane scambiandosi sulla scena pratiche, punti di vista e conoscenze sui temi proposti. Da questa prima esperienza sono nati gli abbinamenti fra i gruppi di performer e i quattro registi, formando le “Creole Performance Crew” che hanno creato le performance nell’arco dell’anno successivo.
Ritornate a casa insieme al regista ospite, le quattro crew hanno prima effettuato un fieldwork artistico, per mettere meglio a fuoco le tematiche che hanno poi ispirato il ciclo presentato per la prima volta in forma integrale a luglio 2016 a San Sepolcro (AR) nell’ambito di Kilowatt Festival.
Playing Identities, Performing Heritage vuole anche sperimentare, in questa fase matura, l’utilizzo delle tecnologie ICT e degli strumenti messi a disposizione dalla comunicazione digitale per applicarli proprio al patrimonio culturale e ai processi di costruzione identitaria in Europa. Sperimentare così facendo processi di creazione e creolizzazione artistica nell’ambito delle arti performative, con il supporto interpretativo fornito dalle discipline quali l’antropologia sociale e la semiotica, e l’utilizzo di canali distributivi e di amplificazione della visibilità offerti dal web e dai social media. Al centro di questo ecosistema culturale e digitale ci sono sia i performers sia il pubblico, il cui rapporto dovrà portare in scena istanze e memorie comuni, creando le basi per la costituzione di nuove forme di patrimonio culturale intangibile.
Raccontare le identità e il patrimonio europeo attraverso le arti performative: il concorso “Mash-up Prize”
Il concorso “Playing Identities Mash-up Prize” rappresenta la fase finale di questo progetto. Un modo per allargare la partecipazione al progetto ed includere i racconti, le intuizioni e sperimentazioni di tutti i creativi che vogliono cimentarsi in quella che possiamo definire un’esperienza evoluta di teatro digitale.
La call4play è lanciata… Fino al 10 dicembre 2016 documentaristi, studenti di cinema e nuovi media, studiosi e amanti del teatro, semplici spettatori potranno partecipare al concorso “Playing Identities Mashup Prize” ideato dal progetto europeo Playing identities, Performing Heritage. Il montepremi totale in palio è di 3.000 euro.
Tutti gli interessati potranno trovare la Open Call con il regolamento e i link per scaricare il materiale audiovisivo finora prodotto e rimontarlo con l’obiettivo di creare un mash-up capace di raccontare e reinterpretare da un nuovo punto di vista il progetto e i suoi contenuti.
I video selezionati saranno pubblicati su WelcomeTheatre, la piattaforma web nata per facilitare l’accesso al mondo del teatro e per accompagnare il teatro nell’era digitale.
Questo il link al concorso: http://www.playingidentities.eu/it/playing-1/call4play/
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Tag: nuovi media, performance, teatro digitale, teatro sociale, WelcomeTheatre Filled Under: Teatro in video Posted on: 10 November 2016