Va in scena Grease ed è ancora e sempre “Whop-Baba-Lu-Ba, Whop-Bam-Boom”!

Oggi torniamo a parlare e ti proponiamo la nostra recensione dedicata ad uno di quei musical italiani da record che è stato e continua ad essere Grease, prodotto dalla Compagnia della Rancia con la regia di Saverio Marconi. Seguici e ti racconteremo il debutto al Politeama Genovese.

 

Grease, il mistero di un successo senza tempo

“Un mistero!” Così il regista Saverio Marconi definisce il successo della versione italiana di Grease, che da quel lontano 4 marzo 1997 in cui lo spettacolo andò in scena per la prima volta al Teatro Nuovo di Milano, ha collezionato più di 1.600 repliche e oltre 1.700.000 spettatori.

Un pubblico suddiviso in almeno tre generazioni che continuano oggi – a distanza di 20 anni – a riconoscersi in questo musical che ci riporta alla spensieratezza e positività dell’America degli anni ’50 grazie agli scanzonati allievi della Rydell High School, dai capelli impomatati e le gonne a ruota color pastello.

Irriverenti, strafottenti, lontani dal rispetto delle regole e dalla voglia di studiare, questi adolescenti trascorrono le giornate sognando amori impossibili (le ragazze) e bolidi fiammanti (i ragazzi). E tra un sogno e l’altro ecco l’allegria delle feste da ballo e la trasgressione dei pigiama-party. Ma chi di noi – oggi come ieri – non ha coltivato in cuor suo questo genere di sogni? Ecco allora che Grease, nato negli USA nel 1971 dall’inventiva di Jim Jacobs e Warren Casey (coinvolto da Jacobs e inizialmente titubante), è diventato in breve tempo un fenomeno di costume a livello planetario, grazie anche alla celeberrima trasposizione cinematografica del 1978 che aggiunse nuove canzoni a una colonna sonora già di per sé coinvolgente oltre misura.

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2017: un’edizione rivisitata per festeggiare i 20 anni di ‘Greasemania’

Proprio Marconi decise nel 1996 di mettere in piedi per la prima volta in Italia un esperimento di long-running show che collezionerà continui ‘sold-out’ restando in scena fino al 1999 tra Milano e Roma. Oggi, a distanza di 20 anni da questa sua felicissima intuizione, il regista ha deciso di rinnovare la sua preziosa creatura rivisitandone alcuni momenti e dando testi nuovi alle liriche italiane firmate da Franco Travaglio e Michele Renzullo (quest’ultimo già nel team creativo della prima edizione).

Piacevolissima, tra le novità, l’inedita scena del Burgher Palace: Frenchy (Giulia Fabbri) si abbandona nella specialissima ‘Ho bisogno di un angelo’, ovvero All I need is an Angel scritta da Tom Kitt e Brian Yorker per Grease Live e inserita per la prima volta nella versione teatrale per gentile concessione della Warner Chappell. Richiamato dal brano accorre in suo aiuto Teen Angel (Nick Casciano capace e versatile anche nel ruolo di Vince Fontaine) in una nuova, ironica…ehm… non-veste del personaggio!

Con Marconi, ecco il regista associato Mauro Simone (Roger nel Grease del 1998 e Doody nel 1999). Insomma, tre nomi (Marconi, Renzullo, Simone) che non potevano che essere una garanzia per questo speciale compleanno della ‘Greasemania’, tanto da entusiasmare anche il numerosissimo pubblico del Politeama Genovese , dove il musical ha debuttato il 30 novembre.

 

Tanto talento e professionalità per i giovani performer italiani

Ma a Genova tutti i giovanissimi performers della Compagnia della Rancia hanno portato in scena, prima di tutto, tanto talento. Grazie alle bellissime coreografie di Gillian Bruce e alla direzione vocale di Gianluca Sticotti, Roger (Giorgio Camandona), Doody (Gioacchino Inzirillo), Marty (Giulia Bellanzoni), Frenchy (Giulia Fabbri), Kenickie (Riccardo Sinisi), Rizzo (Eleonora Lombardo) e, naturalmente, Danny (Guglielmo Scilla) hanno dimostrato davvero grande bravura nella danza e nel canto, ingredienti fondamentali del musical accanto alla recitazione.

E la bellissima, dolcissima e biondissima Sandy? Per lei una menzione speciale, che diventa l’occasione per sottolineare la professionalità necessaria a chi fa teatro. Professionalità che agli allievi delle nostre scuole di musical oggi non manca, tanto che forse un po’ troppo spesso sono costretti a cercare occasioni di lavoro all’estero.

Ebbene, ieri sera, (causa improvvisa afonia che ha portato al forfait di Lucia Blanco) nei panni di Sandy abbiamo ammirato Roberta Miolla, già nel cast nel ruolo di Marty. Davvero brava come tutti gli altri, ma vorrei riflettere con voi un istante sulla difficoltà di imparare e saper interpretare al meglio più di una parte. Battute, movimenti, canzoni differenti. Ogni personaggio ha i propri, l’interprete è spesso chiamato a degli a-solo, e non facile, in pochissimi giorni se non ore, saper passare da un protagonista all’altro riuscendo sempre e comunque a dare il massimo, quel massimo di doti e – mi ripeto – di professionalità che si traducono nell’entusiasmo e negli applausi fragorosi del pubblico.

Recensione a cura di Giulia Grondona

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Tag: , , , , Filled Under: Musical Posted on: 1 December 2017

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